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martedì 22 maggio 2018

Auto elettriche in saldo in Usa, una Bmw i3 a 45,7 euro/mese

Combinando incentivi, sconti e promozioni cliente Usa ha ottenuto una Bmw i3 per 45,7 euro al mese  © Bmw Us Press

ROMA - Il rallentamento del mercato delle auto 'verdi' ha creato negli Stati Uniti situazioni di incredibili vantaggi per chi vuole passare ad un EV, fino ad arrivare - come segnala il sito Leasehackr - al caso di una Bmw i3 che è stata acquistata in leasing ad appena 54 dollari al mese. A generare questa anomalia, scrive l'analista Gabrielle Coppola, hanno contribuito la crisi della profittabilità delle vendite di auto elettriche negli Stati Uniti e la contestuale volontà delle Case costruttrici di presidiare comunque (e a qualsiasi costo) il mercato degli EV. Il numero delle auto 100% elettriche in Usa dovrebbe quintuplicare entro il 2022, ma nel 2017 le immatricolazioni hanno raggiunto solo lo 0,6% del totale. Così mentre Tesla perde ogni anno 2 miliardi di dollari nel produrre e vendere le sue auto elettriche, altre aziende - come appunto Bmw - si vedono costrette ad acrobatiche proposte commerciali per smaltire gli stock. Il caso della i3 a 54 dollari al mese ha un nome ed un cognome: quello di Mike Piccolo che nel suo parco auto (rigorosamente green) possiede già una Tesla Model S e una Bmw i3 di vecchia generazione, acquistata nel 2014 con un canone di leasing di 500 dollari al mese. Ora, al momento di passare all'ultima i3, valore di oltre 50.000 mila dollari, Piccolo si è avvalso dei consigli dell'amico Dan Kim, che ha contattato telefonicamente ben 15 dealer prima di scovare la vettura più conveniente. La migliore proposta è arrivata dalla Bmw di Oyster Bay a Long Island, con una trattativa è partita da un prezzo di listino di 51.695 dollari, con un canone mensile di 112 dollari, per un esemplare del 2017 ancora da immatricolare. Poiché Piccolo possedeva già una Bmw, alla sua proposta d'acquisto è stata applicato uno sconto 'fedeltà' di 2.000 dollari, che si è aggiunto a quello del 13% concesso dal dealer. Inoltre, per una convenzione tra Bmw e l'azienda presso cui lavora Piccolo, è stato aggiunto un altro sconto di 500 dollari, oltre ad un'altra riduzione di 1.000 dollari per aver partecipato ad un evento promozionale e altri 2.000 per una incentivazione sul pagamento cash. Infine dalla somma sono state sottratte l'esenzione federale di 7.500 dollari prevista per gli EV e quella per i residenti nel New Jersey. Detratto il maxi-canone iniziale di 2.700 dollari, compresivo delle ruote di dimensioni maggiorate, Piccolo è entrato felicemente in possesso della sua fiammante (meglio 'elettrizzante') i3 dal costo di 54 dollari, 45,7 euro, al mese. Il fenomeno del leasing per le auto elettriche, evidentemente promozionale con canoni molto bassi, sembra essere inarrestabile in Usa: come indica un report di Bloomberg New Energy Finance, la percentuale degli acquisti con questa formula è oggi all'80%, contro la media del mercato che si aggira attorno al 30%.

Auto elettriche in saldo in Usa, una Bmw i3 a 45,7 euro/mese

Combinando incentivi, sconti e promozioni cliente Usa ha ottenuto una Bmw i3 per 45,7 euro al mese  © Bmw Us Press

ROMA - Il rallentamento del mercato delle auto 'verdi' ha creato negli Stati Uniti situazioni di incredibili vantaggi per chi vuole passare ad un EV, fino ad arrivare - come segnala il sito Leasehackr - al caso di una Bmw i3 che è stata acquistata in leasing ad appena 54 dollari al mese. A generare questa anomalia, scrive l'analista Gabrielle Coppola, hanno contribuito la crisi della profittabilità delle vendite di auto elettriche negli Stati Uniti e la contestuale volontà delle Case costruttrici di presidiare comunque (e a qualsiasi costo) il mercato degli EV. Il numero delle auto 100% elettriche in Usa dovrebbe quintuplicare entro il 2022, ma nel 2017 le immatricolazioni hanno raggiunto solo lo 0,6% del totale. Così mentre Tesla perde ogni anno 2 miliardi di dollari nel produrre e vendere le sue auto elettriche, altre aziende - come appunto Bmw - si vedono costrette ad acrobatiche proposte commerciali per smaltire gli stock. Il caso della i3 a 54 dollari al mese ha un nome ed un cognome: quello di Mike Piccolo che nel suo parco auto (rigorosamente green) possiede già una Tesla Model S e una Bmw i3 di vecchia generazione, acquistata nel 2014 con un canone di leasing di 500 dollari al mese. Ora, al momento di passare all'ultima i3, valore di oltre 50.000 mila dollari, Piccolo si è avvalso dei consigli dell'amico Dan Kim, che ha contattato telefonicamente ben 15 dealer prima di scovare la vettura più conveniente. La migliore proposta è arrivata dalla Bmw di Oyster Bay a Long Island, con una trattativa è partita da un prezzo di listino di 51.695 dollari, con un canone mensile di 112 dollari, per un esemplare del 2017 ancora da immatricolare. Poiché Piccolo possedeva già una Bmw, alla sua proposta d'acquisto è stata applicato uno sconto 'fedeltà' di 2.000 dollari, che si è aggiunto a quello del 13% concesso dal dealer. Inoltre, per una convenzione tra Bmw e l'azienda presso cui lavora Piccolo, è stato aggiunto un altro sconto di 500 dollari, oltre ad un'altra riduzione di 1.000 dollari per aver partecipato ad un evento promozionale e altri 2.000 per una incentivazione sul pagamento cash. Infine dalla somma sono state sottratte l'esenzione federale di 7.500 dollari prevista per gli EV e quella per i residenti nel New Jersey. Detratto il maxi-canone iniziale di 2.700 dollari, compresivo delle ruote di dimensioni maggiorate, Piccolo è entrato felicemente in possesso della sua fiammante (meglio 'elettrizzante') i3 dal costo di 54 dollari, 45,7 euro, al mese. Il fenomeno del leasing per le auto elettriche, evidentemente promozionale con canoni molto bassi, sembra essere inarrestabile in Usa: come indica un report di Bloomberg New Energy Finance, la percentuale degli acquisti con questa formula è oggi all'80%, contro la media del mercato che si aggira attorno al 30%.

venerdì 13 aprile 2018

Cambio auto: nuova o usata?



A primo impatto, quasi la totalità degli individui sceglierebbe un’auto nuova; non abbiate fretta di giudicare le auto usate, perché molto spesso sono più convenienti (e non parliamo solo di prezzo) delle auto nuove. Chi ha a disposizione ingenti somme di denaro, non ci pensa due volte a comprare un’auto nuova, configurandola e scegliendone anche i minimi dettagli di carrozzeria, dai cerchi in lega particolari, fari allo xeno e mille altre opzioni a pagamento che rendono l’auto altamente personalizzata e idonea al proprio uso. Non tutti però sono nelle condizioni di poter comprare senza problemi una macchina nuova, anzi ci sbilanciamo col dire che la maggior parte delle persone, cambia l’auto quando questo si rende necessario e farebbe volentieri a meno di spendere molti soldi. Le alternative al nuovo però non sono così catastrofiche perché oltre all’usato vecchio e mal ridotto, che sconsiglieremmo a chiunque di acquistare, esiste un passaggio intermedio, ovvero l’usato garantito. Questa possibilità consente di acquistare sì un’auto usata, ma con tutte quelle garanzie che un concessionario offre, anche a dimostrazione che vi sta vendendo un buon “prodotto” e che in parte si assume gli oneri di una eventuale cattiva vendita. Volkswagen ha deciso di andare incontro a chiunque necessiti di cambiare auto ma non ha la possibilità, o semplicemente l’intenzione, di acquistare una macchina nuova: con il programma auto usate garantite Das WeltAuto cambiare macchina sarà un gioco da ragazzi e con la garanzia di Volkswagen sarà anche una scelta sicura e con molti vantaggi. Vediamo quali sono le facilitazioni proposte da Volkswagen: - possibilità di finanziamenti agevolati; - First Trip- un anno di furto e incendio in omaggio; - We Care 4 free- primo tagliando gratuito; - garanzia Free top up! – ovvero 24 mesi di garanzia omaggio per la tua Volkswagen usata; - promozione Volkswagen Connect- installazione, quando compatibile, di sistema di comunicazione tra il veicolo e lo smartphone, per avere sempre sott’occhio i dati dell’auto. Tantissimi vantaggi, per un usato garantito che supera tutte le aspettative. Quali sono in generale i vantaggi di comprare un’auto usata rispetto ad una nuova? In generale, comprare un’auto usata causa diverse perplessità, soprattutto quando procediamo a trattative private direttamente con il vecchio proprietario, che ha tutto l’interesse di vendervi l’auto, assicurandosi di tacere eventuali difetti preesistenti: questo problema non sussiste comunque quando c’è un rapporto di fiducia col venditore. A parte questa piccola precisazione, i vantaggi principali sono: - il prezzo d’acquisto è minore rispetto alle auto nuove chiaramente, e dopo l’acquisto non vedremo il valore dell’auto scendere vertiginosamente, cosa che accade tra il primo e il secondo anno di vita di una macchina; - le spese saranno minori, come ad esempio le tasse e l’assicurazione, visto che l’auto è più datata e ha chiaramente meno valore rispetto ad una nuova. Vantaggi economici indubbiamente invitanti, che aumentano quando l’usato è garantito ed è possibile procedere all’acquisto senza eccessivi dubbi. L’usato garantito Volkswagen vi propone incredibili promozioni, per un acquisto sicuro e di qualità, con tantissime agevolazioni, per una soddisfazione a 360°.

mercoledì 10 gennaio 2018

Una settimana con la 1.6 MJT 120 Dct [Day 3]

Fiat Tipo SW - Una settimana con la 1.6 MJT 120 Dct [Day 3]

Dopo la Fiat 500X, anche la famiglia della Fiat Tipo beneficia della linea S-Design, per chi cerca qualcosa in più dal punto di vista estetico e funzionale. Infatti, sulla Tipo 1.6 MJT 120 Dct SW del nostro Diario di bordo sono diverse le novità: esclusiva tinta grigio Metropoli pastello, ampia calandra in nero lucido (incluse prese d’aria e calotte specchi), gruppi ottici bi-xeno optional, all’esordio sul modello. Il nostro esemplare, poi, monta cerchi da 18” diamantati (di serie ci sono i 17” neri), che offrono un bel colpo d’occhio. I vetri posteriori oscurati e le maniglie porta in tinta carrozzeria completano l’esterno. Anche l’abitacolo è stato rivisitato, con rivestimenti di pelle su volante e pomello cambio, la plancia che si distingue per dettagli in nero lucido e una fascia di colore grigio Tecnico che avvolge l’abitacolo. Quanto all’infotainment, è di serie l’Uconnect Radio Tablet da 7”, con monitor touch capacitivo. Il prezzo della Tipo 1.6 MJT da 120 SW S-Design con cambio doppia frizione Dct è di 24.740 euro. Il Pack S-Design, che include fari bi-xeno, cerchi da 18”, sedili di pelle nera e Airtex, sedile destro regolabile in altezza, poggiabraccia posteriore e regolazione lombare lato guida, costa 1.500 euro.

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Cerchi da 18" e doppia frizione [Day 1]. Mi sono fatto una certa cultura, sulle Fiat Tipo, grazie a due Prove su strada: quella della berlina cinque porte 1.3 MJT sull’Edizione straordinaria di luglio 2016 e quella della 1.6 MJT SW, sul numero successivo. La compatta italiana mi è quindi familiare - scusate il gioco di parole - ancor più in questa spaziosa e versatile variante station 1.6 MJT 120 CV S-Design, equipaggiata col cambio a doppia frizione Dct a sei marce. In realtà, al di là delle specifiche estetiche, su cui torneremo nei prossimi giorni, hanno attirato la mia attenzione la gommatura da 18 pollici e l’abbinata 1.6 diesel-cambio Dct. Per quanto riguarda il primo punto, non per questo la Tipo SW diventa una sportivetta: la mission, qui, resta sempre quella di portare quattro o cinque persone, con relativi bagagli, lontano e in modo confortevole. In ogni caso, la ribassatura 40 dei 18” (non catenabili e parte di un pacchetto optional) rende la Tipo più precisa in fase di inserimento in curva e regala un appoggio efficace anche in velocità, riducendo parecchio il rollio. Certo, la station diventa un po’ più secca sugli ostacoli brevi, come tombini e rotaie (qualcosa di simile accadeva al retrotreno con i 17”), senza perdere, però, le doti di confort del modello. Secondo punto: il doppia frizione a sei marce si sposa bene con la coppia del turbodiesel, quindi in Drive la marcia risulta briosa e gradevole, con qualche ruvidità che arriva dal motore, a freddo e dopo i 4.000 giri. Non ci sono paddle al volante - poco male - e se proprio si vuole cambiare in manuale, si può sfruttare il selettore, con la scalata correttamente prevista in avanti. Sul selettore, inoltre, si nota un po’ di gioco tra una posizione e l’altra. Il Dct tende a tenere abbastanza le marce, spaziate tra loro: e, quando serve, il kick-down è adeguato, anche se non dei più reattivi. Andrea Stassano, redazione Autonotizie

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Confort e praticità [Day 2]. "La Tipo fa schifo". Ricordo perfettamente che titolava così un giornale satirico della fine degli anni 80 o dei primi 90… E proseguiva con disegni e descrizioni piuttosto divertenti della media Fiat di quel periodo, una best seller che, invece, di qualità ne aveva parecchie, a partire da un’abitabilità, soprattutto posteriore, fuori del comune (posso testimoniarla, avendoci fatto lunghi viaggi con cinque persone a bordo). Dunque, al di là dei luoghi comuni e delle facili battute (del resto, era quella anche l’epoca dei "Dunaraduni", i meeting dedicati alla Fiat Duna, altro agevole bersaglio per le penne velenose del tempo), la Tipo di allora era un’auto pratica, comoda e intelligente. Esattamente come quella di oggi, mi viene da dire. Che è il frutto di un’operazione lungimirante, visto che, stando ai dati (Unrae) è il terzo modello più venduto d’Italia, alle spalle solo delle immarcescibili Panda e Ypsilon. E guidando questa station wagon diesel automatica, capisco subito perché. Ha tutto quello che serve e forse anche un po’ di più. Dando per scontate le virtù (e qualche difetto, come una certa rumorosità a freddo e alle basse andature) del turbodiesel e del cambio automatico (brusco, in qualche passaggio, ma complessivamente gradevole), oggi per me imprescindibile su un’auto del genere, quello che apprezzo subito è il sedile del guidatore, dotato di un sostegno lombare che sembra sagomato su misura della mia schiena, ma che credo offra confort adeguato a chiunque si metta al volante. Poi, come su altri recenti modelli della FCA, mi piace molto la facilità con la quale, senza staccare le mani dalla corona, grazie ai tastini posti sul retro (d’accordo, una volta scoperti…) si può cambiare stazione della radio e regolare il volume dell’audio, in condizioni di assoluta sicurezza anche mentre stai affrontando, per dire, un tornante. Minuzie, certamente, ma la qualità della vita a bordo di un’auto dipende anche da dettagli come questi. O dalla funzione City dello sterzo, presente pure su questo modello e forse più utile in manovra, date le dimensioni, di quanto non lo sia, per dire, su una Panda. Tutte cose che dimostrano come la Tipo del nuovo millennio sia rimasta fedele al Dna di questo modello, pratico, sobrio e intelligente. Emilio Deleidi, redazione Attualità e inchieste


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Un segmento competitivo [Day 3]. Lascio per un attimo da parte l'analisi della station torinese, per un breve excursus sul segmento delle station compatte, in questi ultimi anni sempre più affollato e competitivo. Fra le rivali ci sono le versioni familiari delle coreane Hyundai i30 e Kia cee'd, la Ford Focus, l'Opel Astra, la Renault Mégane, la Seat Leon, la Toyota Auris e la Volkswagen Golf. Per quanto riguarda il bagagliaio, uno degli aspetti di maggior interesse per questa categoria, l'italiana è sicuramente fra le prime, con una capienza massima dichiarata compresa fra i 550 e 1.600 litri. In configurazione base è superata solo da Mégane (580 litri), che però è più lunga di 6 cm, Leon (587 litri), che comunque non è altrettanto spaziosa (1.470 litri) una volta abbattuto il divano posteriore - che sulla Tipo consente di ottenere un piano di carico quasi perfettamente livellato - i30 (602 litri) e Golf (605 litri). Ho provato anche ad accomodarmi dietro, dove tre adulti stanno comodi, con uno spazio più che discreto per le ginocchia e sopra la testa (solo il passeggero centrale è un pelo più sacrificato da questo punto di vista). Sei gli allestimenti opzionabili (Pop, Easy, S-Design, Lounge, Easy Business e Business) e tre le motorizzazioni: il 1.4 T-Jet a benzina (da 95 e 120 CV) e bifuel (benzina-Gpl, da 120 CV), il 1.3 MJT da 95 CV e il 1.6 MJT da 120 CV, con prezzi compresi fra i 17.500 euro della 1.4 SW Pop e i 25.400 della 1.6 MJT S&S DCT SW Business. Alessandro Carcano, redazione Online

giovedì 31 agosto 2017

Automobili d’epoca: le più desiderate sono le italiane

Automobili epoca italiane


 Porsche? Mercedes? No: piacciono le italiane. Nel mondo delle auto d’epoca, infatti, è il marchio del made in Italy ad avere più successo di tutti: è una questione di linee, ma anche di storia e di fascino. In pratica, nessuna vettura può competere con le nostre grandi classiche, semplicemente perché in questo campo “Italians do it better”: a sostenerlo le ricerche del settore, secondo le quali su Internet nessuna auto batte quelle italiane. Questo trend è riscontrabile anche su internet in quanto nei siti di settore come automobile.it, tra gli annunci di automobili d’epoca le italiane spiccano per valore e per quantità di offerte. Ma quali sono nello specifico i modelli più amati?



La Fiat 500 La Fiat 500? Semplicemente l’auto più venduta e ricercata al mondo. Parliamo di un’auto storica, uscita nel 1957 e rimasta in produzione quasi per vent’anni: più di una vettura, considerando il fatto che uscì proprio nel periodo del boom italiano, e che incarnò la volontà delle masse di riversarsi in strada a bordo della propria quattro ruote. Le sue caratteristiche principali? Quel cambio a scala per i tempi rivoluzionario, e ovviamente quel suo design che ancora oggi non può non far innamorare chiunque gli lanci un’occhiata. Senza poi citare il suo grande motore bi-cilindrico, ed i suoi interni, semplicissimi e quasi inesistenti: una automobile che, ricordiamolo, all’epoca costava ben 450.000 lire. Poi venne la 500 Sport, e via via anche altri modelli e varianti molto noti.

 L’Alfa Romeo Giulia

 L’Alfa Romeo Giulia uscì nel 1962 e restò in produzione fino al 1977: uscì sul mercato con una missione chiara, spazzare il predominio delle tedesche sul mercato con un prodotto autenticamente italiano, fiero ma anche sportivo. Va comunque detto che non fu amore a prima vista: in fondo lo stesso accadde per la Fiat 500, forse perché in anticipo con i tempi. Ma ad ogni modo, l’Alfa Romeo Giulia ci mise poco a conquistare le pagine dei giornali: impossibile non amarla per una questione di design, ma anche per una questione di potenza sotto al cofano, insieme allo spazio degli interni, davvero vasto per l’epoca.

 La Lancia Fulvia

 Chiudiamo con la Lancia Fulvia, un’altra auto d’epoca amata da tantissimi appassionati di questo settore. E non poteva essere altrimenti: in produzione dal 1965, questa bellissima auto venne progettata dall’artista Campagnaro, che si dice si fosse ispirato al motoscafo Riva durante il disegno della sua linea. Di certo, la Fulvia dimostrò sin da subito di sapere come domare la strada con stabilità e con precisione, facendo voltare più di una testa per il suo design leggero e veloce, per via di una carrozzeria con lamina molto sottile. Nel 1972 la Fulvia conquistò addirittura i campionati del mondo di rally.

sabato 26 novembre 2016

Le auto dei carabinieri si tingono di verde

Le auto dei carabinieri si tingono di verde



Di colore verde, il verde smeraldo della Forestale. Ma con la scritta bianca “Carabinieri” sulle fiancate, sul cofano e sul retro. Eccolo il primo prototipo dell’automobile che sarà a disposizione, dal primo gennaio 2017, del “Comando tutela ambientale, agroalimentare e forestale”, cioè la vecchia Guardia Forestale accorpata all’Arma, come stabilisce il decreto legislativo 177 di riorganizzazione delle forze di polizia. “Sembrano le macchine della Lega Nord”, è il commento più sobrio che circola in queste ore tra i forestali arrabbiati per una riforma che faticano a digerire. Le foto si riferiscono a un prototipo: il mezzo (un’Alfa Romeo attualmente in uso alla Forestale ridipinta in un’officina dei Carabinieri a Roma) porta ancora il numero di telefono 1515 per l’emergenza ambientale e la targa con la sigla Cfs, Corpo forestale dello Stato. Un paio di settimane fa i bozzetti della nuova livrea delle macchine e la nuove divise sono stati presentati ufficialmente in una cerimonia nella quale è stato ribadito che a dirigere il Comando tutela ambientale sarà il generale di Corpo d’armata Antonio Ricciardi. “La ministra Marianna Madia ipotizza un risparmio di 100 milioni di euro con l’accorpamento, cifra impossibile perché solo per modificare la livrea degli elicotteri per uniformarla a quella dei Carabinieri servirebbero 4,5 milioni”, commenta Marco Moroni, segretario del Sapaf, il sindacato autonomo dei Forestali. “Anche il servizio bilancio del Senato ha espresso dubbi. Adesso però cominciamo a capire da dove arriva il risparmio. Dal maquillage. Prendono le nostre macchine e cambiano la scritta sulle portiere. Ci sembra poco dignitoso, sia per l’Arma e la sua storia bicentenaria, sia per i forestali”. Il Sapaf ha presentato un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo, perché con l’accorpamento il sindacato si dovrà sciogliere. E al Tar sono stati depositati migliaia di ricorsi da parte dei forestali che non vogliono essere militarizzato. Giusto lunedì sono stati pubblicati i primi decreti attuativi, che dividono i 7.563 forestali così: circa settemila possono andare nei Carabinieri, un centinaio nella Polizia, una settantina nella Finanza, quattrocento nei Vigili del Fuoco e una sessantina al dicastero dell’Agricoltura. Manca ancora il decreto della Presidenza del consiglio che dovrà individuare le amministrazioni pubbliche a cui potranno fare domanda di transito chi si rifiuterà di vestire una divisa militare. “Le auto dei 'forebinieri' rendono perfettamente l'idea del pastrocchio di una riforma che è nata male e sicuramente finirà peggio”, dice Luca Comellini, del Partito dei Militari. “Renzi è ancora in tempo per fermare questa baggianata”.

sabato 5 novembre 2016

Ford e BlackBerry per il software delle automobili


Ford Fusion Hybrid Autonomous Research Vehicle


Uno dei più importanti automaker a livello globale e una delle aziende che hanno segnato l’evoluzione del settore mobile rafforzano la propria partnership: Ford e BlackBerry annunciano l’intenzione di lavorare a stretto contatto per lo sviluppo di software destinato al mondo delle quattro ruote, con una particolare attenzione rivolta alle tecnologie per la guida autonoma. In questo modo il gruppo canadese avrà modo di esplorare nuovi territori, dopo un periodo in cui nonostante il lancio di nuovi dispositivi (il più recente è il modello DTEK60 con Android) nel segmento smartphone non è riuscito a riportare l’azienda ai fasti di un tempo. L’Ovale Blu già da tempo impiega software basato sul sistema operativo QNX di BlackBerry per l’infotainment di SYNC 3, ma attraverso la mediazione di Panasonic, secondo quanto specifica il general manager John Wall sulle pagine di Bloomberg. Il nuovo accordo permetterà invece alle due società di collaborare in forma diretta, senza step intermedi. Ford ha fino ad oggi investito molto sui progetti legati al mondo delle self-driving car, progettando e testando prototipi in grado di gestire ogni aspetto degli spostamenti, anche in condizioni non propriamente favorevoli. BlackBerry, dal canto suo, può contare sul fatto che QNX sia già presente a bordo di oltre 60 milioni di vetture in tutto il mondo. Una sinergia che potrebbe rivelarsi importante, nell’ottica dei futuri sviluppi del mercato, dove i sistemi di guida autonoma contribuiranno ad evolvere l’attuale concetto di mobilità in una chiave maggiormente sicura e intelligente. Da precisare che la partnership non sarà per forza di cose esclusiva: BlackBerry potrebbe siglarne anche con altri automaker. I primi veicoli autonomi di Ford debutteranno ufficialmente nel 2021 e saranno destinati al trasporto pubblico, almeno in un primo momento. All’inizio di settembre abbiamo avuto modo di intervistare Don Butler (Executive Director, Connected Vehicle and Services Ford Motor Company) in occasione di un evento a Berlino: queste le sue parole in merito ai progetti del gruppo relativi alle tecnologie self-driving. Abbiamo annunciato che nel 2021 produrremo un veicolo a guida autonoma, una sorta di Robotic Taxi Service. Non una vettura che tutti potranno comprare, ma finalizzata ai servizi di trasporto pubblico. Pensiamo che per un po’ di tempo questo tipo di auto non sarà acquistabile da chiunque, per diverse ragioni: innanzitutto per il costo, poi perché vediamo un’opportunità reale e immediata nel loro impiego per il trasporto pubblico. È in questo ambito che si vedranno le prime innovazioni legate alla guida autonoma.